venerdì 10 dicembre 2010

Visioni dal Futuro

Pur essendo contrario all’eccessiva spettacolarizzazione visiva, specialmente se fine a se stessa e tanto più se inserita più o meno a forza in contesti pseudo-realistici (forse perché ormai considerata sempre e comunque “necessaria”), se nel nuovo capitolo di Deus Ex la componente “sborona” verrà trattata, come pare, con gusto e soprattutto in modo tale da non offuscare il feeling classico del primo, storico e ancora insuperato episodio… beh, vorrà dire che mi adeguerò più che volentieri.
Quello che al momento so è che le mosse speciali, quelle più coreografiche e “incriminate” dei/dai filmati sono limitate, quindi andranno centellinate e sfruttate tatticamente dal giocatore.
Altra caratteristica alquanto criticata nei forum: il sistema di copertura assistita in terza persona. Non sono contrario. Ormai alcuni capisaldi di gameplay non possono più essere messi in discussione; sarebbe un pò come, che ne so, criticare l’opzione “scatto veloce” a disposizione del protagonista del “solito” FPS. A ben guardare se c’è una cosa che negli sparatutto in soggettiva non è quasi mai presente è proprio la possibilità di gettarsi attivamente in copertura, con tanto di cambio di visuale.
L’atmosfera mi sembra ottima e matura; anche se il cyberpunk classico di gibsoniana memoria non ha mai puntato così tanto su impianti cibernetici (pare strano detta così, ma nei libri capostipiti del genere la tecnologia più… “pesante” non è quasi mai al centro esatto dell’attenzione: aleggia nell’aria, si respira nelle descrizioni fornite dagli stessi protagonisti, si intravede qua e là) l’insieme visivo dell’opera dovrebbe apparire infine solido e convincente.
Da alcuni filmati il gameplay sembra altrettanto solido e convincente, ma anche tremendamente accattivante, complice un level design che pare studiato nei minimi dettagli.
Concludo questa mia carrellata di impressioni generali ricordando che, durante un’intervista ufficiale, il capo dei designer di Square Enix Montreal, Jean-Francois Dugas, ha preceduto tutti facendosi una domanda molto precisa e importante, che suona più o meno così: “Preso SOLTANTO come FPS e SOLTANTO come gioco di ruolo Deus Ex: Human Revolution funzionerebbe lo stesso?”.
La risposta che si è dato è stata per me emblematica: “Forse sì, ma penso che sia la combinazione di tutti gli elementi a rendere il gioco quello che è”.
Ecco, questa frase fintamente modesta potrebbe stare a significare che, in verità, Dugas ha così tanta fiducia nel progetto da affermare senza paura di essere successivamente smentito che Deus Ex: Human Revolution conterrà un’insieme di elementi e stili di gioco differenti, ottimamente realizzati e perfettamente integrati in un’unica, grande visione d’insieme, che non farà troppo rimpiangere il primo episodio della saga (ma, aggiungo io, dimenticare il secondo).
Spero tanto di non sbagliarmi.

[Questo articolo è apparso in origine su Parliamo di Videogiochi]

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